Implementare i servizi per una mobilità alternativa è un obiettivo d’obbligo per chi amministra il territorio. Con questa premessa è chiaro che non si possa dare un colore politico ad un fine che deve per forza essere condiviso. Lo deve essere perché nessuno può permettersi di dire il contrario. Non si può essere indifferenti di fronte ad un tema così delicato e non lo si può essere perché non si tratta di una scelta personale. L’ambiente in cui viviamo lo condividiamo con chi ci sta intorno e per questo motivo non possiamo permetterci di ignorare egoisticamente quella che è una esigenza comune.

Tuttavia, nonostante il fine sia insindacabile, c’è da capire quale sia la via giusta per raggiungerlo.
L’amministrazione Comunale, sia l’attuale che quella protagonista del quinquennio precedente, ha dimostrato e tuttora conferma l’intenzione di implementare – in modo disordinato – i servizi e gli spazi dedicati alla mobilità sostenibile cercando allo stesso tempo, e grazie a questi stessi interventi, di disincentivare l’utilizzo dell’automobile privata vessando chi ancora non ritiene- giustamente – che essi siano competitivi a tal punto da far si che la scelta diventi naturale e non imposta.
La mobilità sostenibile va promossa implementando i servizi in tal senso e rendendoli competitivi paragonandone le prestazioni all’automobile privata.
Il trasporto pubblico locale va implementato espandendo capillarmente la rete sul territorio e sostituendo le vetture utilizzate per il cosiddetto “tpl di superficie” con vetture nuove ad impatto zero. Vanno promossi i servizi di car-sharing tendendo sempre più ad operatori che offrano parchi auto ibridi o elettrici. Un altro aspetto importante riguarda la mobilità sostenibile di corto raggio che va stimolata incrementando i servizi di bike-sharing unendo quelli che sono i punti di maggiore interesse nei quartieri della città. Tutto ciò connettendo tra loro i vari servizi per renderli complementari tra loro e non alternativi, offrendo la possibilità di raggiungere qualsiasi punto della città senza doverci impiegare il doppio del tempo (motivo per il quale primeggia ancora l’automobile privata tra le scelte dei milanesi).
La politica non deve imporre presuntuosamente la mobilità sostenibile, deve piuttosto mettere a disposizione alternative competitive per renderla una scelta condivisa.